La Pasqua a Tinos è un’esperienza che combina spiritualità, tradizione e bellezza naturale, ed oggi sono qui a raccontartela, dato che l’ho appena vissuta in prima persona.
L’isola di Tinos, baciata dai venti e immersa nelle acque cristalline del Mar Egeo rivela una profonda anima spirituale che raggiunge l’apice proprio durante le festività pasquali.
Ogni anno, mentre la primavera dipinge di freschezza i paesaggi cicladici, Tinos si trasforma in un santuario vivente di fede e devozione in cui le tradizioni secolari si intrecciano con la fervente liturgia della Chiesa ortodossa e Cattolica (dopo Syros anche a Tinos entrambe le Chiese festeggiano insieme).
Pasqua a Tinos – La Settimana Santa a Tinos
Durante la Settimana Santa, le celebrazioni religiose sono particolarmente intense e coinvolgenti, culminando nella Funzione di Mezzanotte del Sabato Santo con la proclamazione della Risurrezione di Cristo.
Le celebrazioni della Settimana Santa, chiamata “Megali Evdomada” (Grande Settimana), iniziano con la Domenica delle Palme, quando le chiese vengono decorate con rami di ulivo e di palma, simboli di vittoria e pace.
Anche se purtroppo noi siamo giunti a Tinos solo il Giovedì Santo, ti racconterò ugualmente come si svolge l’intera Settimana Santa sull’isola.
Lunedi, Martedì e Mercoledì Santo
Durante la Settimana Santa, giorni diversi sono dedicati a Santi o eventi differenti; il Lunedì Santo, ad esempio, è dedicato a Giuseppe il Patriarca, mentre il Martedì Santo è il giorno in cui i tinioti preparano dei dolcetti pasquali a base di formaggio (simili ai kalitsounia cretesi), chiamati tsimpitò, Τσιμπητό .
Il Mercoledì Santo è dedicato alla donna che unse i piedi di Gesù con la mirra, infatti molte chiese tengono una cerimonia per l’unzione degli infermi.
Giovedì Santo
Nelle prime ore del mattino, le chiese di Tinos vengono preparate per le cerimonie del giorno e l’iconostasi sono adornate con candele, fiori e tessuti liturgici speciali.
La giornata inizia con la Divina Liturgia di San Basilio, durante la quale si celebra l’Eucaristia, ricordando l’Ultima Cena; moltissimi sono i fedeli che partecipano con devozione, ricevendo la Santa Comunione.
In questo giorno, inoltre, i greci tingono le uova di rosso, che simboleggiano il sangue di Cristo, e preparano lo tsoureki, un pane dolce che verrà mangiato la domenica di Pasqua.
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Venerdì Santo
Di tutta la Settimana Santa, sono fermamente convinta che sia questo il giorno in cui si capisce quanto l’ortodossia viva questo evento con forte pathos; questo è un momento di profonda riflessione, lutto e preghiera per i fedeli, in cui viene ricordato il sacrificio di Cristo per la salvezza dell’umanità.
Al mattino di questo giorno le donne decorano gli epitaffi con fiori freschi che poi, al calar del sole, verranno portati per la città, seguiti da un corteo funebre, che rievoca la sepoltura di Gesù.
A Tinos, e in molte località della Grecia, l’epitaffio viene portato sulle spalle dagli uomini e viene fatto percorrere per il villaggio con una banda che suona la marcia funebre. Nella chora di Tinos, gli epitaffi delle quattro parrocchie e della Chiesa di Panagia Evangelistria “sfilano” in città per poi incontrarsi lungo la strada giungendo nell’area del porto.
Qui si svolge una breve funzione, ed al termine di essa, l’epitaffio della chiesa di Agios Nicolaos viene portato sulla spiaggia di Kalamia; per assistere al meglio a questo evento ci siamo riversati sugli scogli ai lati della baia dove abbiamo assistito all’illuminazione delle croci situate sulla roccia antistante.
Il rituale, solitamente, prevede che il sacerdote, i cantori e lo stesso Epitaffio entrino in acqua per recitare preghiere per i marinai, purtroppo però, quel giorno, il meltemi soffiava molto forte rendendo impossibile sia alle barche di entrare nella baia e sia all’Epitaffio di andare oltre la riva.
Sabato Santo
La mattina del Sabato Santo avviene la Prima Resurrezione.
Nell’ora in cui si canta il “Dio è risorto con i gigli della terra”, il parroco di ogni parrocchia sparge foglie di limone; la tradizione, infatti, vuole che chi prende una foglia di limone prima che cada per terra e la mette nel portafoglio, quella persona “riceverà molti soldi”, mentre se la prende una ragazza non sposata, allora, sempre secondo la tradizione, ella “si sposerà in tempo”.
La sera, poco dopo l’arrivo della Fiamma Eterna, giunta da Gerusalemme, presso la Chiesa di Panagia Evangelistria ha inizio la funzione e, pochi minuti prima della mezzanotte, tutti i fedeli si recano nel cortile e subito dopo si inizia piano piano con l’accensione delle lambades.
Il grido festante “Christos Anesti” ed un esplosione di fuochi d’artificio sono il segno che la Santa Pasqua è finalmente giunta.
Al termine dei primi festeggiamenti, ognuno, con la propria lambada o lanterna accesa, torna a casa o si reca nelle taverne per porre fine al lungo digiuno quaresimale, consumando la famosa Magiritsa, la zuppa di Pasqua a base di frattaglie di agnello.
Domenica di Pasqua
La domenica di Pasqua le famiglie si riuniscono per mangiare e trascorrere del tempo insieme. Gli agnelli ed i kokoretsi prendono posto sullo spiedo già dalle prime ore del mattino poiché sono i pasti popolari per eccellenza che caratterizzano la Pasqua in Grecia.
La Pasqua a Tinos, come ho già detto, è un periodo di profonda spiritualità e riflessione, ed a partire proprio dalla Domenica di Pasqua, e per tutta la settimana a seguire, sull’isola hanno inizio i famosi Panigyria, feste che combinano riti religiosi con le tradizioni popolari, unendo la comunità ed i visitatori in un’atmosfera di devozione e festa.
Pasqua a Tinos e la tradizione dei trimbonia
A partire dalla Domenica di Pasqua, in alcuni villaggi dell’isola di Tinos è possibile assistere alla tradizione dei trimbonia, che consiste nello sparare in aria con fucili a canna singola a carica frontale, verso la fine della funzione in chiesa in modo da allontanare il male.
I trimbonia sono armi da guerra che venivano usate principalmente dai marinai durante la Rivoluzione per il combattimento ravvicinato o corpo a corpo.
A Tinos anche dopo la Rivoluzione – e nonostante le confische da parte delle autorità soprattutto durante il periodo dell’occupazione e della dittatura – continuarono ad essere utilizzati in tutti gli eventi gioiosi della società tiniota come matrimoni, battesimi, feste e ovviamente nella Resurrezione.
Ho avuto la fortuna di assistere a tale evento, per puro caso, durante il Panigyri di Skalados.
La Pasqua a Tinos ed il banchetto dell’Amore
Prima di parlarvi di questa meravigliosa tradizione, tengo a ringraziare Gianluca e Denise (nostri compagni di questo fantasmagorico viaggio a Tinos insieme a Lucia e Gabriele) perché é grazie a loro se son venuta a conoscenza di tutto questo, avendo poi avuto modo di prenderne parte personalmente.
Fatta questa piccola ma doverosa premessa possiamo iniziare…
Il giorno di Pasquetta, nel villaggio tradizionale di Ktikados, dopo la conclusione della Divina Liturgia, l’immagine della Resurrezione insieme a quella di San Giorgio son state portate in processione in giro per il villaggio ed a mezzogiorno la campana della Chiesa di Ypapanti ha richiamato gli abitanti del villaggio a prender parte al “banchetto dell’Amore“.
Ma cos’è il “banchetto dell’Amore'”?
In una sala sotterranea del cortile della chiesa, si trova la “Tavola Comune“, un grande tavolo in marmo, che può ospitare fino a trecento persone, attorno alla quale siedono gli abitanti del villaggio…e noi (Ahahahahaha).
Secondo questa tradizione, tutti coloro che hanno avuto dei disaccordi o tensioni durante l’anno, al banchetto si siedono l’uno accanto all’altro per riconciliarsi.
Il pasto comprende zuppa avgolemono, roast beef con patate e vari antipasti con prodotti locali (prosciutto, formaggi), preparati dalle donne del villaggio, le immancabili uova rosse, e ovviamente abbiamo preso parte al gioco dello tsougrisma, e come bevanda tanto, anzi tantissimo, vino bianco locale.
Terminato il pasto, segue il perdono reciproco dei presenti, un canto con discorso del parroco, e per finire viene celebrata una cerimonia commemorativa in memoria di ogni singolo parroco che ha prestato servizio nella chiesa e per le tutte le anime degli abitanti del villaggio.
Al termine del banchetto, un vassoio per la raccolta delle offerte passa tra i commensali, affinché si possa contribuire alle spese sostenute per il banchetto.
E’ stata una delle esperienze più belle della mia vita; aver preso parte a questo rito mi ha fatto sentire parte di questa “grande” piccola comunità unita da una fede condivisa ed avvolta da una profonda gratitudine.
Come arrivare a Tinos in bassa stagione
Tanti son stati coloro che mi hanno chiesto in che modo io abbia raggiunto l’isola di Tinos in bassa stagione . Ecco alcune informazioni utili:
La maniera più facile e veloce per raggiungere Tinos è sicuramente quella di volare su Mykonos, e da lì, a bordo di un traghetto, in circa 10 minuti, si raggiunge l’isola; in bassa stagione (fino ad inizi di Maggio) l’unico aeroporto italiano che mi consentiva di raggiungere in maniera diretta l’isola di Mykonos era quello di Milano Malpensa, tramite la compagnia low cost Easyjet, ma la sfortuna poi ha voluto che all’improvviso, la medesima compagnia, decidesse di punto in bianco di cancellare la tratta, e costretta così a ripiegare su Atene e raggiungere, perciò, l’isola di Tinos, dal porto di Rafina.
Come raggiungere il Porto di Rafina dall’aeroporto di Atene
Atterrata quindi ad Atene, mi son recata alla fermata del bus, situata di fronte il Sofitel e da lì, al costo di 3,60€, e dopo circa una mezz’ora, ho raggiunto il porto di Rafina.
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Visitare l’isola di Tinos per la Pasqua offre una combinazione unica di spiritualità, tradizione, bellezza naturale e ospitalità, un’opportunità per vivere le celebrazioni religiose più importanti della Grecia in un ambiente che valorizza le antiche tradizioni e la cultura locale, rendendo questa esperienza indimenticabile. Anche per questo motivo, ringrazio sentitamente l’agenzia Ferryscanner per avermi omaggiato dei biglietti del traghetto che mi ha permesso di raggiungere l’isola di Tinos.
*Articolo scritto in collaborazione con Ferryscanner
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E per concludere, dimmi , hai già avuto modo di vivere la Pasqua a Tinos?
4 risposte
Quest’anno, in occasione della Pasqua, ho avuto ospite a casa mia cognata che è greca e abbiamo replicato la tradizione ellenica della battaglia delle uova. È bello conoscere anche le particolarità locali, come le incredibili tradizioni di Tinos
E’ davvero divertente giocare allo tsougrisma
Trovo meraviglioso il banchetto dell’ amore! Che spettacolo un tavolo con trecento persone! Chissà che bontà i cibi preparati
Eravamo davvero in tantissimi e le pietanze davvero succulente